Home > DOCUMENTI > Catechesi sull'APOCALISSE > CAPITOLO 20

SECONDO COMBATTIMENTO ESCATOLOGICO

1) I versetti 4-6 ci hanno mostrato ciò che accade all’inizio del millennio escatologico.
2) I versetti 7-10 invece descrivono quello che accadrà alla fine del millennio escatologico. Essi ci fanno assistere alla battaglia finale e all’ultima e definitiva sconfitta del demonio.

[7] QUANDO I MILLE ANNI SARANNO COMPIUTI, SATANA VERRÀ LIBERATO DAL SUO CARCERE
A) “Quando i mille anni saranno compiuti”. Trascorsi i mille anni, Satana è rimesso in libertà e riprende la sua azione primitiva, seducendo i popoli, esercitando un’azione di seduzione mondiale e guidando tutte le genti nell’ultima battaglia contro la Chiesa. B) Il Demonio avrà una doppia punizione: una provvisoria (è incatenato nell’Abisso per “mille anni”) ed una definitiva (lo stagno di zolfo e di fuoco). In questo v.7 si attesta la fine della punizione provvisoria. La seduzione delle genti da lui operata al tempo dell’Anticristo è altra cosa rispetto a quella nuova, finale: queste due “seduzioni delle genti” - che terminano con due battaglie diverse e due massacri diversi delle genti - si collocano in due tempi storici diversi e sono cosa diversa l’una dall’altra. Le due seduzioni delle genti, sono entrambe precedute da tempi di corruzione in cui il demonio lavora intensamente per preparare l’apostasia. Sebbene siano diversi i modi e i campi d’azione, la tecnica del Demonio però ha sempre come risultato finale di spingere le genti all’idolatria, al peccato, alla bestemmia, all’apostasia da Dio, all’omicidio, ai vizi, alle deviazioni e alle depravazioni, alla ribellione contro Dio. Gli strumenti che adopera sono diversi, ma la musica è sempre la stessa.

C) Edmondo Lupieri fa osservazioni interessanti: “Il giudizio (lo stesso) sarebbe narrato quattro volte: come vittoria in Armaghedon (Ap 19,11.- 20,3) e come giudizio e regno (Ap 20, 4-6), per il punto di vista dei santi; come sconfitta di Gog e Magog (Ap 20,7-10) e come giudizio di condanna (Ap 20, 11-15), per il punto di vista dei dannati./.../ Vediamo però che difficilmente essi possono sovrapporsi. 1) Nel primo (Armaghedon) abbiamo un esercito di cavalleria celeste, composto da santi morti ammazzati, ma vivificati dalla presenza e dal sangue di Cristo, Logos e Agnello. Questi santi non sono ancora risorti ma si presume che, per tornare a vivere, riprendano i loro corpi (cfr. Ap 20,4-5). L’esercito nemico è costituito da empi apparentemente vivi, ma spiritualmente già morti guidati materialmente dall’Anticristo. /…/ Si parla di una vera battaglia e della cattura delle due Bestie. Tutti gli altri seguaci della Bestia sono uccisi e dopo la morte, con il divoramento delle carni, perdono i corpi. 2) Nel secondo (Gog-Magog- Ap 20,7-10) abbiamo un esercito di santi risorti e un esercito del male capitanato stavolta solo da Satana (l’Anticristo e il falso Profeta sono nello stagno di zolfo e fuoco da “mille” anni). Stavolta un fuoco scende dal cielo e risolve la battaglia. /.../ Ci sono poi altri particolari. I malvagi di Armaghedon sono prima uccisi e poi le loro carni sono mangiate dagli uccelli che volano in cielo; i malvagi di Gog e Magog, invece sono subito “divorati” dal fuoco che scende dal cielo, senza che siano preventivamente uccisi o senza traccia di carni e corpi. Il Satana, in vista del primo scontro si era servito delle due Bestie; per il secondo scontro, agisce da solo. /.../ Sia i santi (che sono tutti “martiri” e hanno quindi già combattuto per la fede) sia i dannati combattono una battaglia da vivi (battaglia in cui

muoiono fisicamente) e una da morti; a seguito di questa seconda, risorgono, gli uni per il regno millenario, primizia del regno eterno, gli altri per la condanna eterna. /.../ Vi sono, dunque, due scontri-giudizi, seguiti da risurrezione, all’inizio e alla fine della pena transitoria di Satana. /.../ La beatitudine dei santi conosce una prima pregustazione, durante il regno dei “mille anni” sulla terra, mentre il regno cosmico sarà eterno” (Edmondo Lupieri, op. cit., pp. 316-318).
D) “Satana verrà liberato dal suo carcere”. Significa che per tutto il tempo dei “mille anni” il Demonio è stato in prigione, è stato incarcerato e non ha potuto esercitare la sua seduzione sulle nazioni, cioè la sua influenza malvagia mondiale su tutti i popoli della terra, mentre permaneva solo quella personale. Dopo questi “mille anni” e prima del Giudizio finale, verrà liberato e ritornerà a sedurre le nazioni, organizzerà la battaglia di Gog-Magog e poi verrà eliminato per sempre.

[8] E USCIRÀ PER SEDURRE LE NAZIONI AI QUATTRO PUNTI DELLA TERRA, GOG E MAGÒG, PER ADUNARLI PER LA GUERRA: IL LORO NUMERO SARÀ COME LA SABBIA DEL MARE.
A) “Il Diavolo uscirà per sedurre le nazioni”. Il verbo può anche essere reso con “sviare”. Dopo i “mille anni” di prigione provvisoria, e prima del Giudizio Universale, il Demonio tornerà ad estendere la sua clientela e il suo spazio operativo a livello mondiale. Il suo raggio d’azione malefico tornerà ad essere planetario, internazionale come faceva prima del “millennio”. B) Secondo Pierre Prigent non avrebbe senso collocare la nuova seduzione delle genti e la battaglia di Gog e Magog, dopo la fine del millennio escatologico. Tutto si svolgerebbe entro il millennio. Ma questa sua ipotesi “è una soluzione che va contro la lettera del testo che distingue chiaramente tra ciò che accade alle “anime” degli uccisi mentre Satana è incatenato e ciò che egli fa dopo essere stato liberato. /…/ Si deve parlare di due aspetti, diversi e distinti, anche se non cronologicamente successivi, che caratterizzano l’azione antidivina di Satana” (Eugenio Corsini, op. cit., p. 364). C) “Ai quattro punti della terra”. Sarebbero i quattro punti cardinali: è un modo simbolico per affermare che sedurrà le nazioni dappertutto, che questa sua seduzione sarà mondiale, sarà esercitata in ogni luogo della terra.

D) Una difficoltà logica: se i cattivi sono stati sterminati con la battaglia di Armaghedon, dopo il “millennio” da chi è costituito il nuovo esercito dei cattivi? E) La mia posizione è che questi “decapitati resuscitati” non siano i soli abitanti della terra, dopo l’eliminazione dell’Anticristo e delle sue schiere. Il testo sacro descrive solo gli avvenimenti importanti della storia della salvezza, ma non si comporta come un manuale di geografia, di storia o di demoscopia, non descrive tutti i parametri, “minuto per minuto, angolo per angolo”. Questi “giusti risorti” si troveranno allora a vivere in mezzo a tanta gente “normale”, ad un popolo di “normali” anch’esso sopravvissuto, per motivi diversi e con modalità diverse, al regno satanico dei tre anni e sei mesi. S. Ireneo afferma infatti che ad essere ammessi al regno millenario, oltre ai “giusti risorti”, ci saranno 1) i “derelieti” - i superstiti fedeli sfuggiti all’Anticristo, ancora in vita quando Gesù è venuto sulle nubi e che non saranno toccati dalla morte –

2) e “coloro che Dio ha eletto dalle nazioni”, i “praeparati”, che si potrebbero chiamare i pagani divenuti credenti. Mentre per i giusti-risorti non ci sarà matrimonio, per i superstiti e per i pagani-credenti, il matrimonio è lecito; i due ultimi gruppi si potranno unire anche tra loro per moltiplicare i credenti (cfr. Annali di storia dell’esegesi, 15/1, 1998, EDB, p. 79 e p. 83). Queste due categorie di persone, a differenza dei “risorti” potranno sposarsi, procreare, lavorare ma saranno i “servitori della nuova Gerusalemme” (cfr. Adv. haers. V,35,1,27). Solo questo popolo di “normali” può essere il “materiale umano” aggredibile dalla nuova seduzione mondiale esercitata dal Demonio, dopo il millennio. “I giusti si eserciteranno all’incorruttibilità nella Gerusalemme ricostruita, in attesa della risurrezione universale e della Gerusalemme celeste che accoglierà i giusti per l’eternità in dimore diverse secondo i diversi gradi di perfezione” (cfr. Annali di storia dell’esegesi, 15/1, 1998, EDB, p. 107). Il problema invece è chiarire il rapporto e i legami tra i “decapitati risorti” e il “popolo normale”. F) Gog e Magog. Sono due nomi simbolici tratti da Ezechiele (38,2 ss) il quale annunziò che alla fine dei tempi, Gog re di Magog, capo delle orde barbariche delle regioni settentrionali poste sul Mar Nero, alla testa di uno sterminato esercito, composto da tutte le nazioni, muoverà guerra al popolo d’Israele, ma andrà perduto lui e il suo esercito. Sono il simbolo dell’esercito dei malvagi che, alla fine del mondo, combatterà contro il popolo dei testimoni di Gesù. La tradizione rabbinica sposta anch’essa l’attacco di Gog e Magog alla fine del regno messianico. “Giovanni vuole solo dire che ha visto la realizzazione della profezia su Gog e Magog, qualsiasi cosa questi due termini possano significare in Ezechiele. La trasformazione del nome di luogo, in nome di persona, è comunque presente anche in tradizioni giudaiche non cristiane, con una certa frequenza (cfr. 3 En. 45,5)” (Edmondo Lupieri, op. cit., pp. 318-319). “Solo nei Capitoli 38-39 di Ezechiele, questi passi profetizzano l’invasione escatologica di un principe del Nord, Gog re di Magog (Ez 38,2). /…/ L’essenza della profezia (Ap 20, 8-9) sta nel fatto che l’attacco escatologico contro il nuovo Israele, viene miracolosamente respinto./.../ Si tratta di narrazioni che, pur nella diversità, esprimono la stessa certezza: l’epoca della fine sarà caratterizzata da un assalto furioso delle forze nemiche contro il popolo di Dio. /.../ Non si deve dunque cercare di identificarvi degli uomini o dei popoli precisi” (Pierre Prigent, op. cit., pp. 624-626). G) “Per adunarli per la guerra”. È lo scontro finale tra bene e male. È come un colossale “colpo di coda” del drago che cerca per tutta la terra (i quattro punti cardinali) la sua preda e cioè i suoi seguaci, pronti a schierarsi con lui. H) “Il loro numero sarà come la sabbia del mare”. Satana vuole scimmiottare l’opera di Dio. Ad Abramo Dio aveva detto che la sua discendenza sarebbe stata come la sabbia del mare (Gn 22,17). Il Demonio trova una discendenza malefica, numerosa come la sabbia del mare.

[9] MARCIARONO SU TUTTA LA SUPERFICIE DELLA TERRA E CINSERO D’ASSEDIO L’ACCAMPAMENTO DEI SANTI E LA CITTÀ DILETTA. MA UN FUOCO SCESE DAL CIELO E LI DIVORÒ.
A) “Marciarono su tutta la superficie della terra”. Altra traduzione: “Salirono verso la pianura della terra”. Alla lettera “essi salirono sulla larghezza della terra”. Non c’è dubbio che il verbo salire meglio si addice ad indicare l’ascensione verso la cima di un monte e non verso la pianura. Nell’oracolo di Ezechiele l’invasione di Gog è descritta come una salita verso “i monti d’Israele” (cfr. Ez 39,2). La parola greca “platos”, significa “larghezza”, e viene resa in vari modi nelle traduzioni (“superficie”, “distesa”, “ampiezza”). La si trova talora nel senso di distesa (cfr. Ab 1,6). Altra traduzione: “Uscirono dunque essi nella pianura della terra”. Le schiere nemiche si porterebbero, dalle loro sedi, in una regione che è indicata come “spiazzo della terra”. È evidente l’intenzione dell’autore di riferirsi alla superficie della terra. La frase usata è solo un modo per dire che le genti malvage, vengono da tutta la terra per accerchiare l’accampamento dei santi. B) “E cinsero d’assedio l’accampamento dei santi e la città diletta”. Accampamento è termine militare usato dai Settanta (Lev 16,27 = Ebr 13,11-15) per designare l’attendamento di Israele nel deserto. Le due espressioni sono equivalenti: è l’ultimo assalto alla comunità dei fedeli, al vero popolo dei santi. C) La città diletta, o amata non dovrebbe essere altro che la Gerusalemme del “Millennio” (cfr. Sal 78,68; 87,2, ecc.). /.../ Suppone forse Giovanni una ricostruzione di Gerusalemme su questa terra, durante il regno millenario? /.../ Il greco,”kai” (e) che unisce l’accampamento e la città, vuol forse dire: “L’accampamento dei santi, cioé la città”? /.../ L’accampamento dei santi è la comunità dei credenti, la quale costituisce anche la “città amata da Dio” e perciò distinta da qualsiasi altra località umana. /.../ Non è necessario pensare alla ricostruzione fisica di Gerusalemme /.../ basta la “chiesa dei santi” - dovunque si trovi - a spiegare” (Edmondo Lupieri, op. cit., pp. 319-320). D) “Un fuoco scese dal cielo”. Dio interviene direttamente e, senza che abbia luogo alcun combattimento, riduce al nulla tutta la forza dei nemici della Chiesa. “Alle preghiere di Gedeone il fuoco scese dal cielo (cfr. Gdc 6,17-21); alle preghiere di Elia fu mandato il fuoco dal cielo (cfr. 1 Re 18,38). Un fuoco scende dal cielo e brucia la truppa incaricata di arrestare Elia (cfr. 2 Re 1,10.12). Nella profezia di Ezechiele (38,22; 39,6) un fuoco proveniente dal cielo stermina gli assalitori. Nel Targum di Num 11,26, il re che sale da Magog viene annientato da una fiamma di fuoco celeste” (Pierre Prigent, op. cit., p. 627). In questo targum leggiamo: “Ecco un re sale dalla terra di Magog alla fine dei giorni e raduna re.....e governatori, cinti di corazze, e tutti i popoli gli obbediranno. Essi faranno guerra sulla terra d’Israele contro i figli della Dispersione. Il Signore, però, uccide tutti con un soffio avvampante, con una fiamma di fuoco, che esce da sotto il trono della gloria. /…/ E dopo ciò tutti i morti d’Israele ritorneranno in vita e si delizieranno del bene che fu messo a parte per loro fin dal principio e riceveranno il premio delle loro opere” (Novissima Versione della Bibbia, ed. cit., p. 161, nota 9). Tutti i commentatori parlano di un flagello inviato da Dio.

[10] E IL DIAVOLO, CHE LI AVEVA SEDOTTI, FU GETTATO NELLO STAGNO DI FUOCO E ZOLFO, DOVE SONO ANCHE LA BESTIA E IL FALSO PROFETA: SARANNO TORMENTATI GIORNO E NOTTE PER I SECOLI DEI SECOLI.
A) “Il Diavolo fu gettato nello stagno di fuoco”. Distrutte le truppe di Satana col fuoco che viene dal cielo, resta il generale di quelle truppe perverse. Gli viene riservata una fine particolare, la stessa che avevano già ricevuto, “mille anni” prima, i suoi due accoliti, le sue due Bestie, l’Anticristo e il falso Profeta (Ap 19,20). Il Diavolo, in questo versetto dell’ultima battaglia è “solo”, in quanto le sue due Bestie sono già state eliminate “mille anni” prima. B) “Dove sono anche la Bestia e il falso profeta”.
È incontestabile che il testo sacro afferma che nello stagno di fuoco e zolfo ci vanno prima le due Bestie, da sole, senza il Diavolo, e solo dopo il lungo tempo dei “mille anni”, il Diavolo li raggiunge. Tra i due momenti è posta una differenza di tempo, di situazione e di modalità storica. Nell’Apocalisse esiste sì la TRIADE INFERNALE (Il Diavolo, l’Anticristo e il Falso-Profeta) ma nello stagno di fuoco e di zolfo ci vanno prima, solo, l’Anticristo e il Falso Profeta (Ap 19, 20). Soltanto dopo i “mille anni” di pace, e dopo l’ultima battaglia condotta dal Demonio, il Diavolo “raggiungerà” i due suoi “compari” (l’Anticristo e il falso Profeta; cfr. Ap 20,10), che già stavano lì da 1000 anni nei tormenti ad aspettarlo.

C) Improponibile l’interpretazione dell’Anticristo che, in questo passo, fa S. Agostino: “Il falso Profeta, poi, o è l’Anticristo, o quell’ immagine, cioè quella finzione di cui abbiamo parlato” (Città di Dio, ed.cit., XX, 14, pp. 1018-1019). Abbiamo già visto e approfondito che l’Anticristo e il falso Profeta sono due personaggi diversi, distinti, irriducibili l’uno all’altro, ognuno con una diversa identità e una diversa missione, sebbene le loro missioni siano convergenti e al servizio di un progetto malvagio di lotta diabolica al Cristo e al cristianesimo (cfr. Fede e cultura, Giugno 2005, pp.20-28). Il Diavolo è dunque sconfitto in due fasi, in due tappe: 1) prima sono eliminati l’Anticristo e il falso Profeta (Ap 19,19-21); 2) poi è eliminato il Diavolo stesso (Ap 20,9-10). Anche la vittoria di Gesù – per corrispondenza - si articolerà in due fasi: 1) Vittoria sull’Anticristo, risurrezione dei giusti (“giudizio in piccolo”) e inizio del “millennio” di S. Giovanni, cioè di un’Era di pace e di grande sviluppo spirituale, con la restaurazione di ogni cosa in Cristo, Chiesa rinnovata,
società rinnovata e grande guida della Chiesa cattolica; 2) Battaglia di Gog e Magog, eliminazione del Diavolo e Giudizio Universale. In effetti il testo del Cap 20 individua tre tappe, ben distinte in tre momenti diversi: 1) Ap 20,1-6: “fine dei tempi” (cfr. Mt 24, 30-42; Ap 19,11-21). 2) Ap 20, 7-10: un “millennio” felice, cioè un’epoca di lunga pace, dopo la sconfitta dell’Anticristo e prima del Giudizio Universale. 3) Ap 20, 11-15: Giudizio Universale (cfr. Mt 25, 31-46). D) “Saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”. In Mt 25,4-46 si parla del fuoco eterno preparato per il diavolo, per i suoi angeli e per gli uomini empi.
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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30