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Home > DOCUMENTI > Catechesi sull'APOCALISSE > CAPITOLO 19 |
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“Dopo la caduta di “Babilonia la grande” (Cap 17-18) viene annunciata la fine della prima Bestia (l’Anticristo) e della seconda Bestia (il falso Profeta)” (Angelo Comastri, Apocalisse, un libro che interpreta il presente, EMP, 2001, p. 97). Quattro cori cantano la lode e la gloria di Dio. Il futuro escatologico è presentato con una doppia valenza: la distruzione del male e il trionfo del bene. |
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CANTI DI TRIONFO IN CIELO
I primi dieci versetti del Capitolo 19 costituiscono il seguito naturale della descrizione del giudizio di Babilonia, oggetto del Capitolo 18. Vi troviamo molte proclamazioni che fanno parte di una liturgia celeste. |
[1] DOPO CIÒ, UDII COME UNA VOCE POTENTE DI UNA FOLLA IMMENSA NEL CIELO CHE DICEVA: “ALLELUIA! SALVEZZA, GLORIA E POTENZA SONO DEL NOSTRO DIO; A) “Dopo ciò”. Dopo la distruzione di Babilonia la grande, descritta in Ap 18. La rovina di “Babilonia la grande”, accolta con amarezza e dolore dai re, dai mercanti e dai naviganti della terra che traevano lucro da essa, è invece festeggiata nel cielo con canti di gioia (vv. 1-10). Ai loro lamenti si contrappongono i canti di gioia del Cielo che celebra il trionfo di Dio e l’inaugurazione del suo regno nell’imminente celebrazione delle nozze dell’Agnello. |
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B) “Udii come una voce potente di una folla immensa”. In greco “ekousa os fonèn megàles òklou pollou”, “udii come una voce grande di molta folla” (cfr. Ap 7,9). L’espressione “come una voce…di molta folla” è tratta da Dan 10,6, passo già utilizzato in Ap 1,13-15, dove però si parla di “voce di molte acque”. La “molta folla” del nostro versetto si trova soltanto in Ap 7,9, dove indica la folla dei salvati in candide vesti, i quali in Ap 7,10 “gridano a gran voce”. La “voce grande” di Ap 19,1 è dunque la stessa di Ap 7,10? Questa folla è costituita da tutti i santi già entrati in possesso della eredità celeste (cfr. Ap 18,20). Non si può pensare che la folla sia costituita solo da angeli. C) “Alleluia”. Parola ebraica (hallelu-yah) che significa “lodate Jahvé”. Si trova all’inizio di alcuni salmi che per questo sono chiamati “alleluiatici” (cfr. Sal 111-118) e manifesta l’esultanza e la lode per Dio. “Nel cantico che celebra la restaurazione, da parte di Dio, di una Gerusalemme nuova e gloriosa, Tobia (13,17) profetizza che le sue porte canteranno gli inni di gioia e le sue case canteranno: Alleluia. Si noti l’accento escatologico del testo. /…/ I rabbini hanno fatto notare che Davide ha composto i primi 103 salmi senza usare la parola “alleluia”, la cui prima apparizione (Sal 104,35) segue immediatamente un annuncio dello sterminio degli empi” (Pierre Prigent, op. cit., p. 552 e p. 554). Nel N.T. questa parola ricorre solo in questo capitolo dove essa è usata 4 volte (vv. 1, 3, 4, 6), a sottolineare il grande clima di festa e di lode per la caduta della grande meretrice. D) “Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio”. Salute (cfr. Ap 7,10). Gloria, virtù (cfr. analoghe acclamazioni in Ap 4,11; Ap 5, 12-13; Ap 7,10; Ap 12,10). E) “La reazione degli abitanti del cielo ci fa capire anche che essi partecipano con passione alle vicende terrene e reagiscono di fronte a tutto ciò che succede. La comunità cristiana non deve mai sentirsi sola” (Bruno Maggioni, L’Apocalisse, Cittadella Editrice, 2003, p. 197). [2] PERCHÉ VERI E GIUSTI SONO I SUOI GIUDIZI, EGLI HA CONDANNATO LA GRANDE MERETRICE CHE CORROMPEVA LA TERRA CON LA SUA PROSTITUZIONE, VENDICANDO SU DI LEI IL SANGUE DEI SUOI SERVI!”. [3] E PER LA SECONDA VOLTA DISSERO: “ALLELUIA! IL SUO FUMO SALE NEI SECOLI DEI SECOLI!”. |
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[4] ALLORA I VENTIQUATTRO VEGLIARDI E I QUATTRO ESSERI VIVENTI SI PROSTRARONO E ADORARONO DIO, SEDUTO SUL TRONO, DICENDO: “AMEN, ALLELUIA”. A) “I 24 vegliardi e i quattro esseri viventi”. (cfr. Ap 4, 4.6). Tutta la gerarchia celeste agli ordini di Dio si associa al canto immenso di lode e di gloria, “dicendo Amen, Alleluia”. Amen = così è; alleluia = lode a Dio. Essi compiono un rito di adorazione come nella celebrazione di apertura del libro (Ap 5,8.14) e nelle brevi liturgie che avevano accompagnato il sesto sigillo (Ap 7,11) e la settima tromba (Ap 11,16). Abbiamo già trovato insieme i 24 vegliardi e i quattro esseri viventi in Ap 14,3 dove si descrive il cantico nuovo cantato dai 144.000 davanti all’Agnello ritto sul Monte Sion. B) “Si prostrarono e adorarono Dio”. L’immagine richiama fortemente Ap 4. C) “Amen, alleluia”. All’amen si aggiunge l’alleluia: non solo c’è accettazione piena del piano e del disegno di Dio e della sua Signoria,– per cui Gesù è definito l’Amen di Dio (Ap 3,4) – ma c’è anche la lode, l’esultanza, la gioia irrefrenabile, la felicità piena. [5] PARTÌ DAL TRONO UNA VOCE CHE DICEVA: “LODATE IL NOSTRO DIO, VOI TUTTI, SUOI SERVI, VOI CHE LO TEMETE, PICCOLI E GRANDI!”. A) “Partì dal trono una voce che diceva”. Il terzo coro è costituito da una voce che viene dall’area più sacra, il trono divino: essa appartiene ad uno degli assistenti al soglio del Re del cielo e della terra. Si tratta forse di uno dei 7 angeli che sono sempre al cospetto di Dio? Si tratta di esseri celesti che servono intorno al trono di Dio. |
B) “Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi”. (cfr. Sal 133,1; Sal 134, 1.20). Chi sono questi servi? In Ap 19,2 i servi di Dio sono coloro il cui sangue viene vendicato: sono quindi dei martiri. Questi servi possiamo identificarli con i santi, apostoli e profeti di Ap 18,20 e con i profeti, santi e immolati di Ap 18,24. C) “Voi che lo temete, piccoli e grandi”. Tutti senza alcuna eccezione. Vuol indicare che in Paradiso non tutti occupano lo stesso posto, oppure che l’invito a lodare Dio è rivolto anche ai suoi servi fedeli sulla terra? Oppure che si tratta di uomini glorificati? Abbiamo già incontrato in Ap 7,9 una moltitudine celeste che non era composta di angeli. Il giudizio lo cantano anche i cristiani stabiliti in cielo dalla loro vittoria (cfr. Ap 15,3-4). In Ap 11 i due Testimoni muoiono ma, risuscitandoli, Cristo rivela a tutti gli uomini che la loro morte è una vittoria. [6] UDII POI COME UNA VOCE DI UNA IMMENSA FOLLA SIMILE A FRAGORE DI GRANDI ACQUE E A ROMBO DI TUONI POSSENTI, CHE GRIDAVANO: “ALLELUIA. HA PRESO POSSESSO DEL SUO REGNO IL SIGNORE, IL NOSTRO DIO, L’ONNIPOTENTE. |
B) “Ha preso possesso del suo regno il Signore”. Nei versetti precedenti la vittoria è presentata tramite il castigo inflitto a Babilonia. Adesso invece la vittoria è presentata sotto l’aspetto più importante e positivo: il Signore regna e c’è il trionfo della Signoria di Cristo. L’espressione “Regna il Signore” è tipica degli inni a Dio dei Salmi 47, 93, 96-99. Questo grandioso alleluia è simile al canto dei 144.000 eletti (Ap 14,2). Il motivo è l’instaurazione del regno di Dio sulla terra, presentato sotto forma di convito nuziale. “Alla sconfitta del male segue la nascita del mondo nuovo” (Bruno Maggioni, L’Apocalisse, Cittadella Editrice, 2003, p. 200). C) “I motivi dell’alleluia sono due : 1) l’instaurazione del Regno di Dio da parte di Cristo (e quindi regno messianico); celebrazione della signoria universale di Dio; 2) le nozze dell’Agnello con la sua sposa, la Gerusalemme perfetta e pacifica abitata dai giusti. /…/ Lo sposo è Cristo –Agnello, la sposa è la Chiesa-Gerusalemme celeste e nuova” (Gianfranco Ravasi, Apocalisse, Piemme, 2004, pp. 181-182). Al v.2 è indicato con chiarezza che l’avvenimento che ha consentito |
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a Dio di prendere possesso del suo regno è stato l’aver “condannato la grande meretrice che corrompeva la terra con la sua prostituzione”. Non c’è dubbio che si tratta della caduta di “Babilonia la grande”. 4 domande. 1) Quando ha preso possesso? Evidentemente con l’annientamento dell’Anticristo e del suo regno d’iniquità che usurpava e occupava indebitamente il “regno del Signore”. 2) Dove ha preso possesso? Evidentemente sulla terra, dopo la sconfitta dell’Anticristo e l’inizio dei “mille anni”. Edmondo Lupieri, quando deve commentare questo “regno” di cui si parla nel v.6, rimanda alla nota di Ap 20,4, (op. cit., p. 297) dove ricordo che si parla dei “decapitati-risorti” che non hanno adorato l’Anticristo che riprendono vita e regnano con Gesù per “mille anni”. Lo stesso Lupieri - per identificare bene questo regno di “mille anni”, afferma: “Questa prima risurrezione diviene anche un regno. Giovanni ha già profetizzato o veduto, in varie occasioni, dei regni futuri. Sembra possibile distinguere due regni, 1) un regno “cosmico”, del Padre e dell’Agnello insieme, destinato a durare “per i secoli dei secoli” (cfr. Ap 11,15), 2) e un regno “sulla terra”, che è anche un “sacerdozio”, procurato agli uomini dall’Agnello mediante il proprio Sangue e annunciato in Ap 5,10. /…/ Essendo un regno “sulla terra”, potevamo attenderci che non fosse eterno; infatti ora Giovanni ne sottolinea la durata: “mille anni” (vv. 4-7). /.../ Se i nostri calcoli sono corretti, in Giovanni, il regno dei risorti con il Cristo, occupa il settimo periodo della storia umana. /.../ Il “millennio di Giovanni non è millenaristico. /.../ Il regno del Cristo sulla terra è l’aspetto positivo della prigionia di Satana nell’Abisso” (Edmondo Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Mondadori, 2000, pp. 312-313). |
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D) Di che regno si tratta? Non certo del regno dei cieli, che è già di Dio. I “mille anni” sono intesi dai Padri antichi come una restaurazione, un ripristino del mondo paradisiaco. IL PARADISO TERRESTRE NON STAREBBE SOLO ALLE NOSTRE SPALLE, MA SAREBBE ANCHE DAVANTI A NOI. Non riguarderebbe solo il passato, ma anche il futuro. Esso APRIREBBE E CHIUDEREBBE LA STORIA UMANA SULLA TERRA. Cosa è avvenuto con questo possesso? Il regno della terra, di questo mondo, ha avuto come principe o re, il demonio (cfr. Gv 12,31; Gv 14,30; . 2 Cor 4,4). Gesù con la sua Pasqua ha liberato gli uomini dalla tirannia del demonio che prima di Lui, dominava il mondo. Se il regno di questo mondo, aveva come suo principe, re, “dio” il demonio, Gesù con la strepitosa vittoria escatologica di Ap 19, 11-21, ha strappato al demonio il possesso del regno di questo mondo, è lo ha trasferito nelle Sue mani. 1) La proprietà del regno di questo mondo prima era del Demonio. 2) Ora questa proprietà è stata trasferita a Cristo 3) Allora c’è stato un “passaggio di proprietà”! Il regno di cui Gesù “ha preso possesso” è quello di quaggiù, è il pianeta terra, per il periodo che Giovanni definisce “mille anni”, è il regno dove avviene quella che lui chiama la “prima risurrezione” (Ap 20,4). La risurrezione di Gesù ha compiuto tutto quanto c’era da fare, ma l’applicazione completa nella storia dei suoi frutti non è immediata, ma richiede tempo. C’è un “già” realizzato e c’è un “non ancora” che si deve realizzare nella storia della Chiesa. E) La Chiesa è “descritta come l’immacolata Sposa dell’Agnello immacolato (cfr. Ap 19,7; 21,2.9; 22,17), sposa che Cristo dopo averla purificata, volle a sé soggetta nell’amore e nella fedeltà (cfr. Ef 5,24)” (Lumen gentium, n.6). |
[7] RALLEGRIAMOCI ED ESULTIAMO, RENDIAMO A LUI GLORIA, PERCHÈ SONO GIUNTE LE NOZZE DELL’AGNELLO; LA SUA SPOSA È PRONTA, |
C) E. Lupieri pone un’osservazione interessante. “Senza la distruzione della prostituta non vi possono essere le nozze. /…/ Solo dopo la vittoria finale vi sarà lo sposalizio. /…/ È teologicamente necessario che scompaia la prostituta-Israele, corrottasi con l’idolatria satanica, perchè appunto l’ultima e definitiva donna del testo possa apparire. /…/ Avremmo prima l’Israele celeste e poi terrena, depositaria della promessa; poi l’Israele storica, corrottasi col potere satanico; infine l’Israele escatologica, cioé la chiesa di Gesù Cristo. Ciò non significa necessariamente che la donna sia sempre la stessa donna”(E. Lupieri,L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, pp. 297-298). Unendo i vari simbolismi potremmo affermare che la Gerusalemme, nuova e santa, che scende dal cielo, dopo la purificazione della terra da tutto il male che l’ha contaminata, assomiglierà alla …..Madonna. |
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La nuova era di pace che Gesù donerà, dopo la distruzione dell’Anticristo, come abbiamo già visto, sarà infatti un’epoca eminentemente mariana, la settima epoca mariana di Monfort, il tempo di pace prima del giudizio di San Bonaventura, l’epoca felice di S. Caterina da Siena; la settima età della pace di S. Francesco di Paola; il trionfo del Cuore Immacolato di Maria di Fatima; la venuta di un nuovo tempo, un tempo di primavera per la Chiesa, di Medjugorje; il lungo periodo di pace e di grande sviluppo spirituale - sulla terra - prima del Giudizio finale di Padre H.M. Fèret. |
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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30 |