Home > DOCUMENTI > Catechesi sull'APOCALISSE > CAPITOLO 17

[5] SULLA FRONTE AVEVA SCRITTO UN NOME MISTERIOSO: “BABILONIA LA GRANDE, LA MADRE DELLE PROSTITUTE E DEGLI ABOMINI DELLA TERRA”.
A) “Sulla fronte aveva un nome misterioso”. Nell’antichità le prostitute talvolta, per farsi riconoscere, portavano scritto il loro nome su una fascia, una striscia di stoffa colorata, che legavano attorno alla loro fronte. A Roma le prostitute portavano scritto su un nastro legato sulla fronte il proprio nome (cfr. Seneca, Controv. 1,2). B) “Non é da pensare che Giovanni conoscesse gli usi e i costumi dei postriboli romani. Come per le vesti e i monili, anche il particolare del nome scritto sulla fronte deriva dal cuore della religiosità giudaica. Si tratta del “pétalon” o lamina d’oro del Sommo sacerdote (Es 28,36-8; cr. 39,30-1). Era una lamina “aurea pura” che il Sommo sacerdote indossava “sulla fronte”, sopra il turbante, così che fosse visibile quando si avvicinava a Dio. Su essa “come su un sigillo” era scritto: “Sacrosanto” (qodes) per YHWH”. /…/ Il “pétalon” aveva la funzione di ricordare a Dio il suo dovere-potere di rendere santo Israele, cancellando i suoi peccati. /…/ la funzione del “pétalon” si esplicava quindi soprattutto nel grande Giorno dell’Espiazione Yom Kippur. /…/ Gli eletti, popolo di sacerdoti e martiri – i 144.000 - portano sulla fronte il nome di Gesù. /…/ Come i fedeli ebrei indossano filatteri, così gli adoratori della Bestia hanno il marchio sulla fronte e sulla mano. La città-prostituta, carica di attributi sacerdotali, reca sulla fronte il nome della propria degenerazione, così come sulla fronte il sommo Sacerdote porta il “pétalon” (E. Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, p.p. 258-260). C) Babilonia la grande, la grande prostituta è simbolicamente descritta come avente sulla fronte un nome misterioso: è il nome che racchiude il mistero dell’iniquità (2 Tess 2,7), giunto alla sua massima manifestazione e potenza sulla terra. Il nome è “misterioso”, quindi, non perché è indecifrabile, ma perché appartiene al “mistero” del giudizio divino, al mistero del progetto di Dio, “finché si realizzino le parole di Dio” (v. 17).

C’è dunque un significato profondo che va al di là delle apparenze. Il nome portato sulla fronte è espressione della realtà ultima di un essere. Nonostante le ricchezze, il lusso, il prestigio, Babilonia non è altro che una prostituta. “Il testo contrappone due misteri, quello di Dio e quello di Satana. Quello di Dio consiste nella sua giustizia che si compie. Il mistero di Satana indicherebbe la massima degenerazione di Israele-Gerusalemme, che assume il nome e la funzione spirituale dell’Egitto, di Sòdoma, di Babilonia. È sancita la rovina sia “dell’Israele idolatra”, sia delle genti rimaste pagane. /…/ Soltanto i pochi fedeli di Gesù rimangono a sostenere la lotta con la Bestia” (E. Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, p. 261). D) “Babilonia la grande”. “Gli esegeti spesso identificano Babilonia con Roma imperiale. Ma questo semplicistico sistema d’interpretazione misconosce il carattere profetico del libro ed abbandona la visuale escatologica che tutta la tradizione esegetica vi ha ravvisato. La grande prostituta non è la Roma dei Cesari. Essa è piuttosto l’intera umanità anticristiana, è il mondo di peccato di cui parla Giovanni nel suo Vangelo” (La Sacra Bibbia. Nuovo Testamento, a cura di Mons. Salvatore Garofalo, Marietti, 1963, p. 830, nota ad Ap 17,18). È la capitale del regno-sistema anticristiano, che diffonde idolatria, peccato e vizio. Babilonia la grande indica la grande apostasia mondiale che precede e prepara la venuta dell’Anticristo (2 Tess 2, 3-4), la città degli empi più malvagi, il regno della massima empietà, della massima bestemmia, della più grande idolatria mai vista, una realtà idolatrica unica, mondiale. Nei circoli giudaici (2 Baruc 67,7) e cristiani (1 Pt 5,13) questo era il nome con cui si designava la capitale del vizio e dell’idolatria. E) “Sono soprattutto le risonanze anticotestamentarie che vanno accolte. I profeti hanno usato l’immagine della prostituta per descrivere e giudicare diverse città idolatre e per

idolatria intendevano l’autosufficienza, la ridicola pretesa di atteggiarsi a Dio, la volontà di dominio, il lusso sfacciato. In questi termini Isaia (23,16 ss) ha parlato di Tiro e Naum (cap. 3) di Ninive, ma in altri passi si parla allo stesso modo di Gerusalemme (Isaia 1,21; Geremia 2; Ezechiele 23). /…/ Per i profeti Babilonia era come una sigla applicabile – di volta in volta – alle diverse incarnazioni storiche dell’idolatria” (Bruno Maggioni, l’Apocalisse per una lettura profetica del tempo presente, Cittadella editrice, Assisi, 2003, p. 180). “La quarta grotta di Qumran ci ha restituito frammenti di un commentario al profeta Naum (4QpNah) che conferma l’abitudine di applicare a Gerusalemme e ai suoi capi, profezie di sventure indirizzate originariamente ai nemici di Israele” (E. Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, p. 262). F) Bisogna iscriversi dunque nella linea delle antiche profezie, attualizzandole e vedendone il compimento pieno nella storia contemporanea: queste antiche profezie sono figura e tipo della realtà escatologica richiamata dall’Apocalisse. Babilonia la grande potrebbe non indicare, quindi, solo una realtà univoca, ma tutti i diversi volti dell’idolatria suscitati dall’Anticristo in ambiti diversi e anche in istituzioni diverse. La prostituzione è l’infedeltà a Dio in ambiti diversi e in istituzioni diverse. È evidente che l’Anticristo cercherà di seminare comunque e dovunque i suoi “fiori del male”, seminare dovunque errori, apostasie, idolatrie, eresie, falsità, per creare un tappeto favorevole alla sua esaltazione e alla proclamazione diabolica della sua scimmiottatura di Cristo. Eresie, apostasie, idolatrie verranno seminate dappertutto, nello Stato, nelle più svariate istituzioni, in ogni forma di convivenza umana, nelle più svariate scelte di pensiero e di vita e anche ……nella Chiesa.

G) I vari Papi che si sono succeduti sul seggio di Pietro in questi ultimi 50 anni, hanno avuto parole forti e chiare contro questo tentativo di far entrare nella Chiesa la “zizzania”, “il fumo di Satana”. 1) Papa Paolo VI: “In quest’ora storica e spirituale /…/ tutto il mondo moderno va staccandosi dal senso di Dio: non solo c’è questa pratica apostasia religiosa, tanto diffusa ma, anche essa genera inquietudine che turba alcuni settori dello stesso mondo cattolico” (Discorso 25 aprile 1968; Insegnamenti di Paolo VI, Libreria Editrice Vaticana, Vol. VI, 1968, pp. 776-779). 2) “La Chiesa si trova in un’ora di inquietudine, di autocritica, si direbbe di autodistruzione. È come uno sconvolgimento interiore, acuto e complesso che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. /…/ Come se la Chiesa percuotesse se stessa” (Discorso 7 dicembre 1969). 3)Riferendosi esplicitamente alla situazione della Chiesa di oggi, Papa Paolo VI afferma che: “Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio,l’incertezza, l’inquietudine, l’insoddisfazione. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. /…/ Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. /…/ Come è avvenuto questo? C’è stato l’intervento di un potere avverso. Il suo nome è diavolo” (29 giugno 1972). 4) Papa Giovanni Paolo II in un discorso del 1981 è ancora più esplicito: “Bisogna ammettere /…/ che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e persino delusi, si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propagate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la Liturgia;

immersi nel “relativismo” intellettuale e morale e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva. /…/ Bisogna ricominciare tutto da capo, dai “preamboli della fede” fino ai “novissimi” (Discorso ai convegnisti di “Missioni al popolo per gli anni ’80”, Venerdì 6 febbraio 1981; Insegnamenti di Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Vol. IV,1/ gennaio-giugno, 1981, pp. 235-236). 5) Papa Benedetto XVI: “Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni /…/ La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde, gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo al vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sètte. /…/ Il relativismo [il lasciarsi portare qua e là da qualsiasi vento di dottrina (Ef 4,14)] appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi moderni. Si va costituendo una dittatura del relativismo” (18 aprile 2005, Santa Messa per l’elezione del Romano Pontefice). 6) “Bisogna riaffermare l’importanza della preghiera di fronte all’attivismo e all’incombente secolarismo di molti cristiani impegnati nel lavoro caritativo” (Enciclica “Deus caritas est”, n. 37). H) “La madre delle prostitute e degli abomini della terra”. L’uso del termine “madre” vuol indicare l’origine di tutte le prostituzioni e gli abomini. Torna ancora una volta il concetto che ci troviamo di fronte alla radice di ogni empietà, al fondamento di tutte le prostituzioni, alla sorgente e alla massima manifestazione terrena dell’abominio. I termini usati e i richiami severi fanno riferimento ad una missione tradita, che doveva essere di assoluta fedeltà a Dio e che invece si è capovolta in un adulterio col sistema perverso di valori anticristiani del mondo. Al primo posto nei rimproveri c’è l’infedeltà del popolo di Dio, primo responsabile dei mali del mondo perché esso è il fattore determinante. Ancora una volta è comunque affermata l’unicità, in tutta la storia, di una manifestazione così grande e profonda del male e di questa prostituzione. Come Gerusalemme celeste (Gal 4,26) è madre degli eletti, Babilonia è madre degli idolatri; per questo Babilonia perseguita i santi, li uccide e fa scorrere il loro sangue.

[6] E VIDI CHE QUELLA DONNA ERA EBBRA DEL SANGUE DEI SANTI E DEL SANGUE DEI MARTIRI DI GESÙ. AL VEDERLA, FUI PRESO DA GRANDE STUPORE.
A) “E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù”. La Bestia avrà il potere di uccidere anche i santi. “Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli” (Ap 13,7). Qui “màrtyres” (“martiuron Iesou”) ha proprio il significato di chi versa il suo sangue per Cristo, cioè di persone uccise fisicamente in odio alla fede cristiana. La donna era ebbra, cioè ubriaca del sangue dei martiri, perchè ne ha uccisi molti, con un’azione feroce e forsennata. In questa fase vince la Bestia, i cristiani sono uccisi e i santi travolti. Verrà un momento in cui Gesù stesso scenderà in campo e da solo vincerà e sbaraglierà tutto l’esercito nemico: dogma giovanneo e della nostra fede che “senza Gesù non possiamo fare niente” (Gv 15,5). B) Probabilmente per un pò di tempo donna e Bestia – già intimamente associate - si identificheranno, in attesa che la Bestia si liberi della donna. Addirittura, nel versetto 9, sembra che la donna e la Bestia coincidano. L’angelo di dilungherà molto sulla Bestia (Ap 17, 8-14), per parlare in ultimo della donna (Ap 17, 15-18); segno che la maggiore attenzione è riservata all’Anticristo, perché radice e fonte di ogni idolatria, di ogni blasfemia; egli è principio satanico di ogni azione di cui la prostituta è strumento. Della quarta bestia di Daniele, simbolo dell’Anticristo escatologico, è detto: “Parlava con alterigia /…/ muoveva guerra ai santi e li vinceva. /…/ Proferirà insulti contro l’Altissimo e distruggerà i santi dell’Altissimo /…/ i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo” (Dn 7,20-21. 25). Si è passati al vino della collera di Dio (Ap 16,19), dal vino della prostituzione (v.2), al vino del sangue dei testimoni di Gesù. Sono aspetti della stessa realtà del peccato. L’idolatria, la bestemmia contro Dio, l’apostasia e l’odio contro Dio, comportano necessariamente l’odio contro gli uomini: comportano, prima o poi, una qualche forma di omicidio.

L’odio è sempre la madre di tutti gli omicidi. C) In Ap 20 Giovanni vede la schiera di questi santi martiri decapitati dall’Anticristo, di coloro che sono morti per Cristo, che hanno cioè preferito perdere la vita, ma non rinnegare Gesù, come chiede loro l’Anticristo: “Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della Parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano” (Ap 20, 4). D) Questo gruppo di “decapitati-risorti” costituisce un gruppo di santi-martiri unico, particolare, relativo solo al periodo di 3 anni e sei mesi del regno dell’Anticristo, diverso da tutti gli altri gruppi di martiri prima e dopo di loro, che sopravanzano - dice S. Cirillo di Gerusalemme - tutti i martiri prima e dopo di loro (S. Cirillo di Gerusalemme, Catechesi, Città Nuova Editrice, 1993, XV Catechesi battesimale, paragrafo 17, p. 332). E) S. Teresina del Bambin Gesù, in “Storia di un’anima”, dimostra di conoscere perfettamente la sorte di sofferenza, unica e speciale, di questi martiri unici e speciali, quando afferma: “Pensando ai tormenti che verranno inflitti ai cristiani nel tempo dell’Anticristo, trasalisco e vorrei per me quei tormenti” (S. Teresa di Gesù Bambino, Gli scritti, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi , Roma, 1979, Storia di un’anima, Manoscritto B, n. 252, p. 237). Per questo, questi martiri speciali, avranno una sorte unica, particolare, diversa da quella di tutti gli altri prima e dopo di loro. Questo gruppo di martiri-risorti appartiene solo al tempo dell’Anticristo escatologico e quindi tra di essi non si possono rubricare martiri di altri tempi e di altre situazioni; tanto meno si può superficialmente pensare che essi siano il simbolo di tutti i bravi cristiani di tutti i tempi. F) “Al vederla fui preso da grande stupore”. Il verbo usato, “thaumazein” ha un vasto campo semantico. “In Abacuc 1,5, lo stupore è causato dal vedere nei Caldei e quindi in Babilonia, lo strumento della volontà punitrice

di Dio. I Caldei rimettono sul trono di Gerusalemme – usurpato da un sovrano illegittimo – chi veramente ne ha diritto. /…/ Nella tradizione profetica è una potenza pagana a distruggere Gerusalemme. Poco importa chi operi questo: chiunque sia è la Bestia. /…/ La donna, non la Bestia è oggetto dello stupore di Giovanni. /…/ È la trasformazione della donna in prostituta, non la normale malvagità della Bestia, ciò che desta orrore in Giovanni” (E. Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, pp. 266-267). In Ap 13,3 e in Ap 17,8 si deve tradurre con “meravigliare”.

G) Perché Giovanni si stupisce, si meraviglia? In genere si prova stupore e meraviglia per una cosa mai vista, oppure perché si scopre qualcosa che era nascosta oppure un collegamento impensabile, ad esempio quando trovo il male dove non mi aspetto di trovarlo, ecc. Qual è questo collegamento impensabile, questa verità nascosta, questa sorprendente verità relativa alla donna-prostituta? Da quanto detto nel versetto successivo sembra che lo stupore di Giovanni riguardi il particolare legame-collegamento tra Babilonia la grande e l’Anticristo. H) Perché Giovanni si stupisce, si meraviglia? Se già aveva visto che con questa donna-prostituta “si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione” (v. 2); se l’aveva già vista “seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e

dieci corna” (v.3); se aveva già visto che questa donna “teneva in mano una coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione” (v. 4) e che “sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: “Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra” (v.5), perché poi si stupisce, si meraviglia? Se aveva già visto tutto il male e l’idolatria commesso dalla donna, perché poi si meraviglia? Evidentemente si meraviglia di vederla laddove non sarebbe mai dovuta essere o meglio laddove non avrebbe mai immaginato di trovarla; si meraviglia perché vede legata e imparentata con la Bestia una realtà che mai si sarebbe dovuta prostituire. Quale? Secondo alcuni questa realtà sarebbe un potere religioso corrotto, secondo altri riguarderebbe solo le istituzioni socio-politiche.

[7] MA L’ANGELO MI DISSE: “PERCHÉ TI MERAVIGLI? IO TI SPIEGHERÒ IL MISTERO DELLA DONNA E DELLA BESTIA CHE LA PORTA, CON SETTE TESTE E DIECI CORNA.
A) “L’Angelo mi disse: “Perché ti meravigli?”. Secondo la prassi tradizionale della letteratura apocalittica il cosiddetto “angelo interprete” spiega le visioni o gli insegnamenti. In Daniele, per esempio, l’angelo spiega la visione della quattro fiere e, in particolar modo, quella della quarta fiera, simbolo dell’Anticristo (Dn 7,13-28). L’angelo fa notare a Giovanni che egli non dovrebbe meravigliarsi. Forse perché Giovanni non si aspettava quel collegamento tra la donna e la Bestia? Il testo conferma che il motivo della meraviglia di Giovanni è di vedere questo legame tra la donna e la Bestia che non sarebbe mai dovuto esserci. B) Secondo Don Innocenzo Rimossi, la prostituta sarebbe un potere religioso corrotto: Gerusalemme si è pervertita e si è trasformata in Babilonia. Questo cambiamento malefico è già avvenuto, come abbiamo visto, per l’Antico Israele e i profeti l’avevano duramente stigmatizzato. È da pensare che, per analogia, questo potrà riguardare in futuro anche il nuovo Israele? Afferma Don Innocenzo Timossi: “Gerusalemme, sale insipido “a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13). C) Giovanni qui è in perfetta sintonia col Vangelo (Mt 5,13) e con Ezechiele che si scaglia contro i capi di Israele in modo particolare nel cap. 16: “Figlio dell’uomo fa conoscere a Gerusalemme tutti i suoi abomini. /…/ Tu ti sei prostituita concedendo i tuoi favori ad ogni passante. /…/ Ora dopo tutta la tua perversione, guai, guai a te! /…/ Ti ho abbandonato in potere delle tue nemiche. /…/ Come è stato abbietto il tuo cuore facendo tutte queste azioni degne di una spudorata sgualdrina! /…/ Eri come una prostituta in cerca di guadagno, come un’adultera che, invece del marito, accoglie gli stranieri. /…/ Perciò, o prostituta, ascolta la parola del Signore./…/ Io adunerò da ogni parte tutti i tuoi amanti con i quali sei stata compiacente /…/ e scoprirò di fronte a loro la tua nudità perché essi la vedano tutta. /…/ Ti abbandonerò nelle loro mani e distruggeranno i tuoi postriboli /…/ ti spoglieranno delle tue vesti e ti toglieranno i tuoi splendidi ornamenti: ti lasceranno scoperta e nuda. /…/ Poi ecciteranno contro di te la folla, ti lapideranno e ti trafiggeranno con la spada.

Incendieranno le tue case e sarà fatta giustizia di te sotto gli occhi di numerose donne. /…/ Tua sorella Sòdoma e le sue figlie non fecero quanto hai fatto tu e le tue figlie /…/ Devi portare anche tu la tua umiliazione” (Ez 16,2.15,23.27. 30-32.35.39-41.48.52). Edmondo Lupieri afferma che la città grande è Gerusalemme, seduta sulla Bestia che ha creduto di dominare: in questo senso regnare sui re della terra significa sedere sulla Bestia” (Don Innocenzo Rimossi, Apocalisse, una cristologia per simboli, LDC, 2001, p.173). Gianfranco Ravasi fa notare: “Gerusalemme che ha ucciso i profeti e ha crocifisso Cristo, incarna il male e, come tale, è giudicata da Dio: il crollo della città ad opera dei Romani nel 70 d.C., ne è la prova sperimentale. Ma dalle ceneri della città infedele e “prostituta”, Dio farà sorgere la nuova Gerusalemme dei giusti di tutti i tempi, cantata nei cap. 21-22” (Apocalisse, Piemme, 2004, p. 159). D) “Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta”. Torna il concetto che il mistero riguarda il legame particolare tra la donna (Babilonia la grande) e l’Anticristo. L’Angelo però non toglie del tutto il velo al mistero, ma solo lo solleva un pò, quanto basta per chi è addentro alle cose.

Osserviamo che l’Angelo promette di rivelare il mistero della donna e della Bestia, ma poi rivela prima il mistero della Bestia (che è quello fondante)e solo dopo quello della donna (che è quello derivato). E) “Con sette teste e dieci corna”. Viene ribadito, ancora una volta, che questa Bestia è la stessa di cui si parla in Ap 13. Infatti presenta le stesse caratteristiche, 7 teste e dieci corna (Ap 13,1). Il mistero che l‘Angelo promette di rivelare consiste nel rivelare l’identità delle sette teste ( = sette re in successione cronologica), dei dieci corni (= 10 re-regni- di un’ora) della Bestia e poi delle acque su cui la prostituta siede (= i vari popoli e nazioni su cui si estenderà l’impero idolatrico dell’Anticristo) e infine l‘identità della Prostituta stessa. Infine verrà indicata quale sarà la fine sia della Bestia (l’Anticristo escatologico) che della Prostituta (Babilonia la grande).

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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30