Home > DOCUMENTI > Catechesi sull'APOCALISSE > CAPITOLO 17

[2] CON LEI SI SONO PROSTITUITI I RE DELLA TERRA E GLI ABITANTI DELLA TERRA SI SONO INEBRIATI DEL VINO DELLA SUA PROSTITUZIONE.
A) Con questa “città degli idoli”, con questa incarnazione del male si sono prostituiti i re della terra obbedendo alla dottrina diabolica dell’Anticristo e sposando il suo stile di vita dissoluto e vizioso. La Bestia guadagna alla sua causa tutto ciò che in questo mondo esercita un’autorità. Attraverso il riferimento ai re della terra, agli abitanti della terra e poi in seguito ai mercanti della terra, ai naviganti della terra, viene ribadito che l’estensione di questo regno del male sarà mondiale e che esso eserciterà un potere politico sovranazionale. Non bisogna pensare che gli uomini che si lasceranno sedurre dall’Anticristo siano solo i “non cristiani”.

S. Paolo parla di apostasia che precederà il regno dell’Anticristo. Ora l’apostasia è allontanarsi dalla fede, ma per allontanarsi dalla fede bisogna prima …..averla. Babilonia è chiamata la grande prostituta ma, come abbiamo visto, per esserlo deve essere prima la Gerusalemme “sposa”. Quindi ci saranno anche tanti cristiani che apostateranno dalla fede prima dell’Anticristo e durante il suo regno. B) “I re… e gli abitanti della terra”. Giovanni designa col termine “i re della terra” e gli “abitanti della terra” i seguaci della Bestia, tutti coloro che adoreranno l’Anticristo e riceveranno il suo marchio satanico. Essi sono esclusi dal libro della vita (cfr. Ap 20,15), fin dalla fondazione del mondo (versetto 8). C)“Si sono inebriati del vino della sua prostituzione”. Hanno bevuto completamente e si sono fatti drogare dalla dottrina e dall’agire dell’Anticristo, assimilando e trasmettendo la sua apostasia e la sua maledizione.

[3] L’ANGELO MI TRASPORTÒ IN SPIRITO NEL DESERTO. LÀ VIDI UNA DONNA SEDUTA SOPRA UNA BESTIA SCARLATTA, COPERTA DI NOMI BLASFEMI, CON SETTE TESTE E DIECI CORNA.
L’angelo fa vedere a Giovanni l’identità di questa donna-prostituta (Babilonia la grande) e il suo legame sponsale con l’Anticristo. A) “L’angelo mi trasportò in spirito”, cioè in estasi. È avvenuto altre volte nell’Apocalisse (cfr. Ap 1,10; 4,2; 21,10). B) “Nel deserto”. Probabilmente per indicare il grado di desolazione della città empia che muove guerra a Dio, al di là delle apparenze effimere e dell’esibizionismo pomposo che essa sfoggerà durante i 3 anni e sei mesi del regno dell’Anticristo. “Lohmeyer ricorda che il deserto è anche il luogo della ribellione a Dio ed è anche un luogo frequentato da demoni. /…/ Il titolo che introduce Is 21 ricorda il deserto (in greco: visione del deserto). Is 13,21; 14,23 dicono che Babilonia diventerà un deserto; così pure Ger 51,26.29.43. In questo passo nel deserto appare la città che presto non sarà che un deserto” (Pierre Prigent, l’Apocalisse di S. Giovanni, Borla, 1985, p. 510). Inoltre mentre la visione della Gerusalemme celeste è collocata “su un monte altissimo” (Ap 21,10), per contrasto Babilonia la grande è collocata nel deserto. “In un’ora sola fu ridotta ad un deserto” (Ap 18,19). C) “Una donna seduta sopra una bestia scarlatta”.

Il secondo “sgabello” della donna-prostituta, ma per importanza e fondamento è il primo: senza l’Anticristo non ci sarebbe neanche Babilonia la grande; infatti è detto che la Bestia porta la Donna e non viceversa. La donna e la Bestia sono due realtà caratterizzate da una immensa ostilità verso Dio, ma esse sono realtà diverse, con forze sataniche diverse, e si collocano in stadi, strati o fasce diverse: solo la Bestia è il fondamento, la donna siede su di essa. In Ap 17,7 dove è detto che la Bestia porta la donna, il verbo greco usato è “bastàzontos”: ora il significato del verbo “bastàzein” è quello di “fare da base, da supporto”, così come Paolo, facendo un paragone in Rom 11,18, afferma che è la radice e il tronco che “portano” i rami e non viceversa. Voglio affermare che per la donna, “sedere sulle grandi acque”, non può essere messo – dal punto di vista della capacità fondante - sullo stesso piano di “sedere sulla Bestia”: la Bestia è la radice, il tronco, il “sedere sulle grandi acque” è una conseguenza, è successivo al “sedere sulla Bestia”. È il potere diabolico fondante della Bestia che rende possibile la suggestione mondiale diabolica di popoli e nazioni. La Bestia è l’Anticristo escatologico ed è descritta in Ap 13, 1- 10. Quando uno è seduto su una bestia, è portato da quella bestia. Così Babilonia la grande, la donna-prostituta, esiste ed è costruita intorno all’Anticristo escatologico e in funzione dell’Anticristo. L’Anticristo è la mente e il cuore di questo regno diabolico sulla terra. La Bestia ora è vista in rapporto alla donna, ora in rapporto alle teste e ai re. D) “Scarlatta”. È scarlatta per indicare il carattere sanguinario e crudele della Bestia, emanazione del Dragone (il Diavolo) che ha proprio questo colore (Ap 12,3).

E) “Coperta di nomi blasfemi”. Della Bestia che sale dal mare in Ap 13, 1 è detta proprio la stessa cosa: su ciascuna testa ha un titolo blasfemo. La Bestia è idolatrica sin dall’inizio: l’idolatria è la sua essenza. L’Anticristo si ammanterà di titoli e di onori che esprimeranno pienamente la sua blasfemia di voler disprezzare e uccidere il vero e unico Cristo. Della Bestia che sale dal mare è detto che “dalla sua bocca proferisce parole di orgoglio e di bestemmia contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora” (cfr. Ap 13,6). F) “Con sette teste e dieci corna”. Sono proprio le stesse – sia le teste che le corna - possedute dalla Bestia che sale dal mare descritta in Ap 13,1. La Bestia ha sette teste e dieci corna e lei stessa è una delle 7 teste; “le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re” (v. 9). Babilonia la grande, la donna-prostituta è seduta su 7 teste, cioè 7 re. Mai viene detto che le sette teste sono quelle della donna, ma che essa è seduta su quelle 7 teste. Queste espressioni formano una cerniera che sommandosi e completandosi a vicenda fanno capire chi è la donna, chi è la Bestia e qual è il rapporto tra loro. Secondo alcuni questi 7 re sarebbero 7 sovrani che regnano contemporaneamente e che si alleano fra loro; secondo altri invece, quella dei 7 re sarebbe una catena diacronica, cioè sarebbero 7 re “uno dietro l’altro”, cioè uno viene dopo l’altro perché a lui succede. A Giovanni lo Spirito parla usando immagini a lui comprensibili: in questo caso gli parla di 7 re, ma proiettando questa immagine nel nostro tempo presente essi possono essere 7 Presidenti di Repubblica, oppure, nel caso della catena diacronica, 7 Presidenti europei che si susseguono l’uno dopo l’altro.

[4] LA DONNA ERA AMMANTATA DI PORPORA E DI SCARLATTO, ADORNA D’ORO, DI PIETRE PREZIOSE E DI PERLE, TENEVA IN MANO UNA COPPA D’ORO, COLMA DEGLI ABOMINI E DELLE IMMONDEZZE DELLA SUA PROSTITUZIONE.

A) “La donna (“ghiunè”), era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle”. La donna-prostituta, Babilonia la grande, si presenta con le sembianze di una regina, rivestita di ricchezze e di abiti lussuosi. È ammantata (= coperta, ricoperta) di porpora, è vestita di porpora, che non è quindi il colore della sua pelle, ma del pezzo di stoffa che la ricopre. Nei profeti porpora e scarlatto sono i colori associati all’arroganza umana, alla ribellione a Dio, all’ostentazione, al lusso sfrenato. Il colore che si contrappone al rosso è il bianco. Infatti l’esercito celeste che viene insieme al Logos è vestito di bianco e cavalca cavalli bianchi (cfr. Ap 19, 14). B) Secondo Eugenio Corsini “l’abbigliamento stesso della prostituta (in questo segno dello stravolgimento della propria missione) fa riferimento all’arredamento del Tempio e ai paramenti del sommo sacerdote” (Apocalisse di Gesù Cristo, ed. cit., p. 321). C) Secondo Edmondo Lupieri esiste una “straordinaria coincidenza – di questa descrizione dell’abbigliamento della donna-prostituta – con parti dell’arredo del tempio-tabernacolo costruito da Mosè nel deserto e con le componenti più sacre della veste di Aronne (e quindi del gran Sacerdote). Nella Dimora, tutte le parti di tessuto sono composte di “bisso, giacinto, porpora e scarlatto” e le varie parti in legno (“colonne”) sono “indorate d’oro” (cfr. Es 26,1 = 36,8 8i teli) e 26,29 = 36,34 (le “colonne” o “assi”). Similmente il “velo” della Dimora è composto di “giacinto, porpora, scarlatto e bisso” e le sue quattro colonne sono indorate d’oro”: Es 26,31-2 = 36, 35-6). /…/ Altri passi dell’Esodo descrivono le parti più sacre della veste sacerdotale di Aronne: /…/

L’efod, le spalline delle bretelle e il pettorale erano tutti composti di “oro, giacinto, porpora, scarlatto e bisso”: tale lista ricorre almeno otto volte nell’Esodo (cfr. 28,5-6 = 39,1-2; 28,8 = 39,5; 28,15 = 39,8; il manto dell’efod è composto degli stessi elementi, senza il bisso: 28,33 = 39,24). Con l’efod e il pettorale compaiono anche le “pietre” preziose: l’efod ne aveva due (poste sulle spalline delle bretelle) e il pettorale ne aveva dodici, incastonate su quattro file di tre pietre ciascuna. /…/ Babilonia rappresenterebbe, allora, la degenerazione e depravazione di Gerusalemme” (E. Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, pp. 254-256). D) Il regno dell’Anticristo escatologico, che si presenterà come un Nuovo Impero Romano mondiale, sarà preceduto da una generale e diffusa apostasia, nelle dottrine e nei comportamenti, da una ribellione mondiale a Dio accompagnata anche da un clima di ostentazione della ricchezza, del lusso, da una pompa grande, da una cultura idolatrica anticristiana, diffusa e aggressiva, che realizza la ribellione alla legge di Dio e che crede di avere un potere che nessuno gli toglierà e che deve durare senza limiti.

Non è possibile non registrare la valanga di peccati, iniquità, idolatrie e apostasie che dall’inizio del ‘900 inondano sempre di più il mondo. E) Una vera “lebbra” morale e dottrinale affligge settori sempre più ampi della odierna società che, in nome del suo egoismo e della sua idolatria senza limiti, spaccia per umane scelte che, in realtà, sono antiumane: aborto,manipolazioni genetiche, edonismo, matrimoni gay, ostentazione dell’orgoglio omosessuale (gay-pride), terrorismo internazionale, corruzione politica-economica-esistenziale generalizzata quasi a tutti i livelli, patologica diffusione dell’adulterio, degradazione sessuale con immoralità e impurità dilagante, i rapporti prematrimoniali sono diventati legge; pornografia, pedofilia, grande diffusione della droga, commercio di organi, sfruttamento del lavoro minorile, film sempre più licenziosi e/o violenti, mode sempre più scandalose e che tendono sempre più al nudismo, degradazione e attacchi sempre più forsennati all’unico matrimonio tra uomo e donna, divorzi in grande aumento in tutti i paesi occidentali e infine aumento del numero di omicidi addirittura tra genitori e figli. Arroganza verso i genitori e in genere verso superiori da parte dei più giovani, inflazione nell’uso e nella vendita degli anti-concezionali, banalizzazione di atrocità, stragi, sequestri. Criminalità galoppante con sempre maggiore partecipazione di minori. Regimi comunisti che sono ancora la “vergogna del nostro secolo”. Venti di dottrina che sbattono anche i cristiani “dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo al vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via.

Ogni giorno nascono nuove sètte. /…/ Si va costituendo una dittatura del relativismo” (Card. Joseph Ratzinger, 18 aprile 2005). F) Questa generale apostasia sarà diffusa dappertutto, essa insidierà ogni ambiente, ogni istituzione, ogni realtà, anche religiosa, provocando una spaventosa crisi morale e religiosa mai vista, puntualmente registrata dal Magistero.

LA ZIZZANIA DELL’ANTICONCILIO
Bisogna riconoscere che negli anni successivi al Concilio – contro le intenzioni del Concilio – è entrata nella Chiesa un bel pò di “zizzania”, provocando una grave crisi. La dittatura del relativismo non ha fatto vittime solo fuori della Chiesa, ma anche dentro la Chiesa, tranne che nel Magistero, nei santi e nei cattolici “puliti”, fedeli al Magistero della Chiesa. G) Sì è scambiato la giusta riforma e il giusto aggiornamento conciliare, con l’accomodamento, il compromesso col mondo e con l’infedeltà.

CATECHESI PARZIALE
G) Il Papa Giovanni Paolo II, a Santo Domingo, il 12/10/1992, parla di confusione interna e di contestazione del magistero”. Non c’è dubbio che la contestazione al Magistero della Chiesa – con le gravi conseguenze che questa ribellione comporta - sia stato uno dei fenomeni più inquietanti e gravi degli ultimi 30-40 anni. “Quante antiche eresie sono riapparse in questi anni, presentandole come novità” (Rapporto sulla fede, op. cit., p. 33).

ABUSI LITURGICI
H) La Liturgia ha subito parecchie manomissioni, sempre per motivi ideologici (cfr. Rapporto sulla fede, op. cit., pp.123-139). Quindi il secolarismo e il modernismo sono penetrati anche nella Chiesa (tranne che nel Magistero, nei santi e nei cattolici “puliti”): insomma un bel pò di “Torri di Babele” e un bel pò di “Babilonia”, sono penetrati anche negli uomini della Chiesa. I) L’Anticristo è il “vitello d’oro” più grande di tutta la storia dell’umanità, un “vitello d’oro” mai visto prima e che mai più ci sarà. È un “colosso con i piedi d’argilla”, una specie di “Golia” che crede di avere un potere incontrastato e illimitato: scaduti i tre anni e sei mesi dell’impero mondiale del male e delle tenebre, verrà distrutto “in un’ora sola” (Ap 18,10). Gesù lo distruggerà col “soffio della sua bocca” (2 Tess 2,8), “verrà spezzato senza intervento di mano d’uomo” (Dn 8, 25) cioè per un intervento di Gesù direttamente dal cielo e rimanendo in cielo (Mt 24, 30; Ap 1, 7; Ap 19, 11- 21). L) “Teneva in mano una coppa d’oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione”.

L’immagine della coppa d’oro si ispira a Ger 51,7: “Una coppa d’oro era Babilonia nella mano di Jahvè, inebriatrice di tutta la terra; per il suo vino si sono impazzite le genti”. Il profeta accusava Babilonia di aver sedotto le nazioni ubriacandole con l’idolatria offerta in un calice d’oro (v.4). Mentre in Geremia era Babilonia che era paragonata ad una coppa, qui la coppa è tenuta dalla donna e in quella coppa c’è una bevanda idolatrica. L’accento è posto, in modo molto forte, sulla grave idolatria che Babilonia diffonde. “Il contenuto del calice è espresso con una terminologia che riconduce a quella che è la depravazione per il giudaismo. “Abominazione” ( in greco: “bdelughma”) è la somma impurità, individuata in Dan 9,27 (11,31; 12,11) con il culto idolatrico nel tempio di Gerusalemme. Insieme con “prostituzione”, “abominazione”, “abomini” (in greco “bdelughmaton”) è termine tecnico del linguaggio profetico per indicare il peccato idolatrico d’Israele” (E. Lupieri, L’Apocalisse di Giovanni, Arnoldo Mondadori Editore, 2000, p. 257). M) Afferma Don Innocenzo Rimossi: “Che nella donna-prostituta Giovanni veda il simbolo del potere religioso corrotto, lo si capisce dall’abbigliamento della donna in “straordinaria coincidenza con parti dell’arredo del tempio-tabernacolo costruito da Mosè nel deserto e con le componenti più sacre della veste di Aronne” (E. Lupieri , op. cit.). Da custode gelosa del patto di alleanza con Dio, Gerusalemme si è pervertita, è diventata Babilonia, la nemica di Dio, la maggiore responsabile della corruzione degli abitanti della terra” (Don Innocenzo Rimossi, Apocalisse, una cristologia per simboli, LDC, 2001, pp. 171). Al capitolo 18, che costituisce un’unità tematica col capitolo 17, su questo punto è ribadito ed approfondito: “Tutte le nazioni della terra hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato” (Ap 18, 3). E ancora: “Guai, guai immensa città, tutta ammantata di bisso, di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle! In un’ora sola è andata dispersa sì grande ricchezza!” (Ap 18, 16-17). “Tutte le nazioni dalle tue malie furono sedotte” (Ap 18, 23). In precedenza era già stato detto: “È caduta, è caduta Babilonia la grande, quella che ha abbeverato tutte le genti col vino del furore della sua fornicazione” (Ap 14,8), cioè colei che è colpevole di aver trascinato i popoli all’idolatria, alla dimenticanza o al disprezzo di Dio.

N) Babilonia la grande, cioè il regno dell’Anticristo escatologico, è presentata come una “regina” in mezzo a ricchezze, lusso, piaceri d’ogni sorta, abomini, immondezze, dissolutezze morali, idolatrie di ogni genere, per indicare che sarà il periodo in cui trionferà al massimo ogni sorta di ribellione a Dio, ogni forma di idolatria, di bestemmie, di profanazioni, di dottrine e di stili di vita anticristiani, nel tentativo diabolico di scimmiottare la Signoria di Cristo e di sostituirsi ad essa. Sarà il regno della Bestia che “proferirà parole di orgoglio e di bestemmie contro Dio, per 42 mesi” (Ap 13, 5) e che crederà di avere un potere assoluto. Poi, “in un’ora sola” verrà la sua condanna e la sua completa distruzione (Ap 18, 10. 17. 19). O) “La sua prostituzione”. Nella Bibbia l’idolatria viene paragonata alla fornicazione (cfr. Os 11,2; Mt 12,39, ecc). Nella Bibbia infatti il termine prostituzione è inteso innanzitutto in senso spirituale: per prostituzione si intende innanzitutto l’idolatria, il prostituirsi con gli idoli vani, con altri dèi, “opera delle mani dell’uomo” (Dt 4,28; Sal 115,4; 2 Cr 32,19). La prostituzione è adorare i “vitelli d’oro”, mentre solo il vero Dio va adorato e glorificato: “Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il
mare e le sorgenti delle acque” (Ap 14,7). Dio è Padre di tutti gli uomini, in Gesù ha sposato tutti gli uomini di tutti i tempi: lasciare l’unico vero Dio vivo per compromettersi con i “vitelli d’oro” è adulterio, è prostituzione. L’idolatria è la radice che produce ogni male, è la madre di tutte le deviazioni e le profanazioni (cfr. Rom 1,20-31). Il primo comandamento è il comandamento più importante: peccare contro il primo comandamento è il peccato più grave che produce, evidentemente, le conseguenze e gli effetti più gravi e più devastanti.
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Associazione Fede, Cultura e Società - a cura di Don Guglielmo Fichera - Ultima modifica: 11/09/2007 ore 16:30