Questa intenzione, per il presule, si spiega perché la Chiesa è “oggi la sola a proteggere chiaramente, esplicitamente, la vita umana dal suo sorgere al suo tramonto, la sola a tutelare la famiglia, la sola a dire una parola chiara in temi di etica sessuale e di bioetica, la sola che riproponga il valore dei Dieci Comandamenti”.
Quanto a “Il Codice Da Vinci” – il film tratto dal romanzo sta per essere lanciato a livello mondiale –, ha denunciato: “tutto il libro è una proterva distorsione della verità”.
“Per esempio, negare la divinità di Gesù e affermare che la inventò il Concilio di Nicea del 325 d.C. significa proprio falsificare la storia”, ha constatato.
Monsignor Amato ha ricordato che “già subito dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quindi intorno agli anni 40 d.C., la Chiesa così cantava nel famoso inno contenuto nella lettera di San Paolo ai Filippesi”: “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio” (cfr. Fil 2,6). Per difendere le verità di fede, la Chiesa “continua la sua opera di difesa della dottrina mediante il Magistero del Papa e dei Vescovi” e, attraverso la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede, “continua a proteggere il popolo cristiano anche mediante la correzione di ipotesi teologiche sbagliate”, ha sottolineato.
“Le Chiese e le comunità cristiane dovrebbero parlare più forte, cioè gridare la verità dai tetti, come dice il Vangelo, per arginare la menzogna, che purtroppo usa tutte le armi della persuasione mediatica per ottenere questo consenso di massa”, ha poi osservato.
Data pubblicazione: 18/05/2006 |